La mia esperienza al Social Football Summit 2019

22/11/2019

Massimo Caputi   •   Storie Sportive

Il Social Football Summit 2019 svoltosi ieri nella splendida cornice dello Stadio Olimpico di Roma è stata l’occasione per raccontare quello che è diventato oggi il mio mestiere e passare in rassegna le fasi che lo hanno accompagnato durante la sua trasformazione, aiutandolo a definirsi nella sua forma e nelle sue modalità attuali.

 

Sono intervenuto all’interno del Panel “Il Grande Romanzo del Calcio” assieme ai miei colleghi Paolo Condò e Francesco Repice. Come me, anche loro hanno dedicato la propria carriera al giornalismo sportivo, possono vantare una lunga permanenza all’interno dei media tradizionali e un buon riscontro in quelli più innovativi, ottenuto dopo aver accolto l’evoluzione digitale con entusiasmo e curiosità. Con loro, quindi, è stato ancora più facile e piacevole evidenziare le linee-guida fondanti del nostro mestiere e quelle che, al di là dei media vecchi e nuovi, hanno mantenuto un ruolo-chiave nella nostra professione.

Mi sono emozionato nel ricordare alcuni eventi ed episodi del passato. Chi potrà mai dimenticare la partita tra Inghilterra e Italia del 1997 giocata allo stadio di Wembley? L’ho raccontato anche nella puntata 10 delle mie #StorieSportive qui nel mio blog, nella versione video e in quella podcast. Un’emozione vera, vissuta assieme a Giacomo Bulgarelli, Gianluca Vialli e Roberto Mancini, la stessa emozione che ho condiviso con chi è intervenuto all’interno del mio racconto durante il panel pomeridiano dell’evento. 

 

 

Il mestiere del giornalista digitale

Con il tempo, ho imparato a comprendere come il mio mestiere abbia mutato la sua forma attraverso la metamorfosi digitale, comprendendo in maniera concreta quanto un hashtag, ad esempio, possa essere determinante nella distribuzione dei contenuti online.

Oggi, allora, il giornalista deve poter e saper comprendere i meccanismi di funzionamento dei nuovi luoghi digitali dove raccontare le notizie. Deve riuscire non solo a scrivere o parlare in radio, televisione o presentare uno show. Il giornalista moderno deve saper girare un video e saperlo post-produrre, così come deve saper pubblicare notizie sul proprio blog, sui suoi profili social e registrare contenuti audio da distribuire come podcast. Il giornalista oggi produce diversi tipi di contenuti e si avvicina al digitale senza mai dimenticare quelle che sono le basi e i criteri fondanti di un mestiere molto longevo ma in continuo cambiamento come quello del giornalismo.

 

Gli interventi dei miei compagni di viaggio al Social Football Summit di Roma: il ruolo del giornalista e il racconto tradizionale 

I miei due colleghi, Paolo Condò e Francesco Repice, mi hanno aiutato a dipingere un quadro veritiero, un mosaico contenente tutti i pezzi che delineano il puzzle dei fondamenti etici del giornalista. Assieme abbiamo descritto e tracciato la sottile linea che divide l’informazione dalla comunicazione, la differenza sostanziale che si pone tra chi è giornalista e chi rappresenta invece una società e ne comunica l’immagine e i messaggi. Una società difficilmente comunicherà le sensazioni, gli stati d’animo e gli episodi che si svolgono all’interno dello spogliatoio, mentre il giornalista è esattamente “a caccia” di quello che succede in uno dei posti più sacri del calcio, delle cose non dette, delle indiscrezioni.

 

 

Così come me, Paolo è presente su Twitter (@paolocond), vive il digitale e le conversazioni online. Francesco è meno digitale e ammette di essere “poco social”, restando affezionato al racconto del “Grande Romanzo del Calcio” che scrive nuove emozionanti pagine della sua storia durante ogni minuto della partita. Da affermato radiocronista, lui è innamorato della possibilità di diventare “gli occhi della gente” e raccontare, attraverso la sua voce, quello che succede in campo, come se stesse raccontando una storia mai sentita prima.

 

 

Fa sorridere, oggi, ricordare come qualche anno fa ci si servisse delle parole e delle impressioni di un collega straniero per preparare una partita internazionale. Nel 2019 è possibile reperire ogni tipo di informazione oggettiva e maturare anche un proprio pensiero personale nel giro di pochi minuti, esattamente la durata di un video caricato su YouTube.

 

Il rischio di veder rimpiazzato il mestiere che porta a raccontare le storie del gioco più bello del mondo, però, non potrà mai concretizzarsi, perché il Grande Romanzo del Calcio può essere letto da tutti, ma sa di poter essere scritto solo da un grande, prestigioso e innamorato giornalista.